È attorno al susseguirsi di pietre allineate che si affondano le radici della storia della Valtellina. I muretti a secco del versante retico sono vere e proprie opere di ingegneria contadina e rappresentano un modello storico e riuscito di antropizzazione del paesaggio alpino. Un esempio di affinità tra uomo e montagna, di relazione continua tra la natura aspra e la caparbietà di chi la vive.
Sono 820 gli ettari coltivati, distribuiti su pendii rocciosi che si estendono sul versante retico, da ovest a est (dal comune di Buglio in Monte a quello di Tirano), dal basso verso l’alto (dai 300 metri di altimetria, fino a sfiorare gli 800).
I muretti accolgono fazzoletti di terra - spesso estesi per poche decine di metri - in cui è radicata la vite che dialoga con la roccia. La roccia sostiene il terrazzo, la vite sostiene la roccia: in questo legame si ritrova il ruolo del viticoltore, protagonista di un mosaico di interconnessioni, con il territorio, il paesaggio, la bellezza e il vino.
Il terrazzamento in Valtellina è tassello imprescindibile del “sistema vino” di cui ne è l’essenza, l’identità. Un’identità che trova le radici nel Nebbiolo, una grande uva locale.
Il Nebbiolo conversa con la montagna, i venti del lago, i suoli magri, il calore dei muretti, le variazioni di microclima trasferendo nei vini energia e distintività.
Il terrazzamento valtellinese è un esempio spettacolare nato dalla necessità di ricavare spazi coltivabili, micro appezzamenti agricoli, sottraendoli alla durezza della montagna. Un patrimonio di storia e sapere bisognoso di cura e mantenimento.
Generazioni di contadini hanno modellato il territorio adattandolo al bisogno, hanno assecondato il paesaggio senza violarlo.
Il presente e il futuro della Valtellina è nel lavoro quotidiano di tanti viticoltori e produttori che interagiscono con un’eredità straordinaria rappresentata da muri a secco, ripidi sentieri, scalette, manufatti rurali costruiti a costo di enormi fatiche e sacrifici.
Viticoltori e produttori di oggi creano e ricreano valore, sostengono e danno vita futura al paesaggio, salvandolo dal rischio dell’abbandono.
Ed è proprio per il ruolo culturale, ambientale ed estetico che i “terrazzamenti vitati del versante Retico” hanno ottenuto il riconoscimento di Paesaggio Rurale Storico. Un titolo che completa il riconoscimento acquisito nel 2018 per “L’Arte di costruzione dei Muretti a secco", come Patrimonio Mondiale Immateriale dell’Umanità.
Grazie all'impegno di Fondazione Provinea, il lavoro secolare che ha plasmato il versante retico della Valtellina ha ottenuto il riconoscimento a Paesaggio Rurale Storico
Valtellina, il Nebbiolo delle Alpi