Il versante retico vitato si distribuisce longitudinalmente, da ovest verso est, controcorrente con il fluire del fiume Adda. In questo tratto di Valtellina, esteso per circa 50 chilometri, il territorio assume angolature differenti, si espone al sole e al microclima locale con sfumature diverse. La Valtellina del vino è quindi, un insieme di tante sfaccettature territoriali che spiega la suddivisione della zona vitata nelle 5 storiche sottozone del Valtellina Superiore.
Le differenze tra i vigneti valtellinesi si possono cogliere anche dal basso verso l'alto. Oltre alle sottozone, i vigneti sono diversi tra loro per via dell'altimetria, per la loro collocazione a partire dai 270 metri fino a sfiorare i 700 metri e oltre. Tutti aspetti che rendono il territorio ricco di biodiversità.
È la sottozona del Valtellina più occidentale. Si estende nella parte più a ovest del comune di Berbenno, al confine con Buglio in Monte, tra i 270 e i 550 metri di altitudine. È anche l’ultima ad aver ottenuto il riconoscimento di sottozona a sé (nel 2002). Il vigneto è raccolto su una superficie limitata. Sono 25 gli ettari della Maroggia, tutti terrazzati, caratterizzati da pendenze importanti. Al suo interno si possono individuare zone produttive distinte tra loro, più o meno inclinate a sud; tra queste Garbisc, Cecca, Al Dosso, Righetta, Piasci, Malenca, Casini.
Ricchissima la quota di vigne vecchie che superano i 40 anni, ma non mancano impianti nuovi, grazie all’opera di bonifica di aree abbandonate da parte di alcuni produttori virtuosi.
La storica e forse più celebre sottozona della Valtellina si estende tra il comune di Castione Ardevenno e la periferia occidentale di Sondrio. Un patrimonio variegato di terrazzi per una superficie complessiva che supera i 100 ettari. La Sassella prende nome dal Santuario dedicato alla Madonna omonima, uno dei simboli del territorio. Sassella è un richiamo netto ai sassi, al susseguirsi di balze formate da muri a secco incastonate tra loro tra immensi speroni di roccia madre.
La zona è divisa in due, con al centro la frazione di Triasso. La parte più orientale è quella che spinge verso San Lorenzo e si distingue per gli spazi vitati limitatissimi, veri e propri fazzoletti incollati alla montagna che guarda giù verso Sondrio. L’area occidentale coincide, invece, con la frazione Grigioni e giunge fino a Castione: qui la Sassella mira verso l’alto e si apre ad un’esposizione più accentuata ai venti. Ricca la variabilità altimetrica dei vigneti della sottozona, dai 270 ai 600 metri sul livello del mare.
Alzando lo sguardo dalla città di Sondrio, in direzione nord, si può cogliere tutta l’essenza di questa storica sottozona, un cuore compatto e al tempo stesso articolato, per un totale di circa 80 ettari. Il Grumello ha come punto di riferimento geografico e culturale il suo castello, da cui prendono strada due settori. Appena sotto, scivolando verso il capoluogo, è presente un importante nucleo vitato caratterizzato da terrazzi rocciosi e molto impervi. Si trovano le zone Ca’ Rossa, Ca’ Bianca, Sant’Antonio. Sopra al castello, la sottozona è più “lineare”, all’interno del quale si trova l’area dei Dossi Salati e delle Prudenze.
Anche nel Grumello la variabilità altimetrica, estesa tra i 350 e i 600 metri, è un fattore chiave di esaltazione delle differenze.
Inferno è un nome che risuona a voce alta nella storia del vino valtellinese. Questa illustre sottozona di 55 ettari si allunga da ovest verso est, appena lasciati alle spalle i vigneti del Grumello e la città di Sondrio. L’Inferno è una zona più compatta sul piano dell’altimetria (tra i 300 e i 500 metri), mentre ha significative differenze tra le vigne al suo interno. Il cuore storico della sottozona è collocato al centro, caratterizzato da pendenze vertiginose con un’esposizione in pieno sud. Appena sopra, in risposta all’animo estremo del paesaggio dell’Inferno, si trova il Paradiso, un anfratto di terra con pendenze lievi ed esposizione più fresca. Più a est c'è la zona del Calvario, mentre all’opposto, ai confini con il Grumello, si trovano tracce argillose attorno ai Runsc.
L’Inferno, insieme alla Sassella, dà somme termiche mediamente più alte rispetto alle altre sottozone del Valtellina Superiore.
Sono 140 gli ettari che animano la Valgella, la sottozona più estesa e variegata. È considerato un ampio promontorio che si inclina seguendo lo sperone roccioso. La Valgella ha inizio appena superato il comune di Chiuro, con la zona Fracia esposta a ovest, per voi virare verso sud. Chiude con gli ultimi vigneti della zona Quigna, che guardano a est.
Il nome deriva da valgel, forma dialettale per indicare i piccoli torrenti che caratterizzano la zona.
Rispetto alle altre sottozone, la Valgella si distingue per il livello più contenuto di precipitazioni, una maggiore profondità dei terreni, anche se l’ampiezza della zona e le variabilità altimetriche (dai 350 ai 650 metri) arricchiscono di complessità i diversi microterritori.
Il meglio del Nebbiolo delle Alpi lo dobbiamo ai tanti viticoltori e produttori, protagonisti e interpreti del territorio e del paesaggio.
2000 anni di storia e di identità del vino valtellinese